Settimana Santa di Enna
dal 5 al 12 aprile 2009
Uno dei momenti più suggestivi per visitare Enna è, senza dubbio, la Settimana Santa, i cui riti risalgono al periodo della dominazione spagnola (XV-XVII sec.), quando le Confraternite, che già esistevano come corporazioni di arti e mestieri, vennero autorizzate a costituirsi liberamente come organizzazioni religiose per promuovere il culto, ricevendo dai sovrani norme precise e privilegi.
Esse partecipavano alla vita della città con ruoli ben definiti: alcune si occupavano del sostentamento dei poveri, altre dell'assistenza agli ammalati ed altre ancora dei condannati a morte.
Nel 1740 ad Enna esistevano 34 fra Confraternite, Compagnie e Collegi; oggi ne sopravvivono solo 15, che regolamentati da Statuti, oltre ad animare la Settimana Santa, provvedono a solennizzare attivamente gli eventi religiosi più significativi della città.
I confrati odierni non sono più i minatori e gli agricoltori di una volta, bensì professionisti, studenti e impiegati; unica preclusione rimasta è il sesso: infatti sono ammessi solo gli uomini. Dalla Domenica delle Palme e fino alla tarda mattinata del Mercoledì Santo, le 15 confraternite, ciascuna nel giorno e nell'ora stabilita, partendo in processione dalla chiesa di appartenenza, si recano al Duomo per l' adorazione solenne della Eucaristia, rito questo che gli ennesi chiamano "l'ura".
Domenica delle Palme
La processione di Gesù e degli Apostoli
L'ingresso di Gesù a Gerusalemme
I riti si aprono la Domenica delle Palme, allorquando viene evocato l'ingresso di Gesù a Gerusalemme. Alle 9,30 del mattino, come detta la tradizione, presso il barocco Santuario di Papardura, arroccato sui ripidi fianchi della montagna su cui sorge la città, i confrati della Passione rappresentano l'arrivo del Messia nella città santa. Uno dei confrati, rappresentante Gesù, monta su un asinello, preceduto da dodici compagni, rappresentanti gli apostoli, che reggono grandi rami di palma. Il corteo risale per la strada che porta in città, e viene accolto al quadrivio del Monte dalle rappresentanze delle confraternite e dalla banda in festa, circondata da un gran numero di fedeli.
A questo punto, la processione si ferma alla Chiesa di San Sebastiano, dinanzi alla quale viene posto un portale su cui vigilano due sentinelle romane dell'imperatore; Gesù sull'asinello e i dodici apostoli, attraversando tale portale fra gli osanna della folla, si avviano ad assistere alla benedizione delle palme e degli ulivi, per poi guidare una grande processione che percorrerà per intero la parte occidentale della città alta, ivi incluse le tortuose e pittoresche viuzze dei quartieri tradizionali come pure i rettilinei ed ampi viali della zona moderna. Quando finalmente la processione raggiunge la Chiesa di San Leonardo, essa viene accolta dai fedeli e dal suono delle campane, mentre all'interno si dà il via alla passione di Gesù di cui fa memoriale il simulacro dell' Ecce Homo.
L'adorazione delle confraternite
La processione e l'adorazione in Duomo del Collegio dei Rettori
Il pomeriggio, si riprendono le solennità alle 15,30 presso la Chiesa di Montesalvo, da dove ha inizio la processione cui partecipa il Collegio dei Rettori e le terziglie, ovvero le rappresentanze di ciascuna confraternita, distinte dai colori differenti delle mantelline. Questa processione, si snoda per le vie principali di Enna alta, percorrendo di fatto la via Roma per tutta la sua lunghezza fino ad arrivare al Duomo, dove il Collegio dei Rettori si riunisce in preghiera dinanzi al SS. Sacramento. Dopodiché, rispettando precedenze ben determinate, ogni confraternita effettua a turno, da qui al Mercoledì Santo, un'ora di adorazione: in dialetto ennese, proprio per questo le confraternite sono altresì note come le ure[3].
L'ora di adorazione delle confraternite
Di seguito, sono riportate le confraternite che svolgono l'ora di adorazione in Duomo nell'ordine, e viene specificato da quale chiesa d'origine muovono in processione verso la Cattedrale.
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L'adorazione della Compagnia di Maria Santissima del Rosario
Puntualmente alle 17,00, la Compagnia del Rosario, si presenta in Duomo in seguito a una breve processione dalla vicina Chiesa di San Giovanni Battista, per la propria ora di adorazione al SS. Sacramento. Fondata nel 1785, nella Compagnia del Rosario rivive tuttavia la cinquecentesca Compagnia dei Bianchi istituita dal Sant'Uffizio spagnolo. Originariamente, i confrati erano tutti nobili e si occupavano dell'assistenza spirituale dei condannati a morte e della loro sepoltura.
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L'adorazione della Compagnia della Passione
I confratelli della Passione muovono dalla Chiesa di San Leonardo percorrendo, la via Passione che ne prende il nome, piazza Pulcini, l'antica e suggestiva via Mercato e la via Roma.
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L'adorazione della Confraternita del Santissimo Salvatore
Muovendo dalla Chiesa del Santissimo Salvatore, percorrono via Salvatore che da tale confraternita prende nome, via Portosalvo, via San Francesco da Paola, scendendo sino in piazza Duomo per la via Roma.
Lunedì Santo
Momento dell'ora di adorazione in Duomo
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L'adorazione della Confraternita di Maria Santissima della Visitazione
Alle ore 11:00 si recano in duomo i confratelli di Maria Santissima della Visitazione, che percorrono così Enna alta per intero dalle viuzze più antiche, attraversando via Montesalvo, via Mercato e quindi tutta la via Roma.
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L'adorazione della Confraternita di Maria Santissima delle Grazie
Alle 16:00, dalla chiesa di Sant'Agostino muove la Confraternita di Maria Santissima delle Grazie che percorre la via Candrilli, la via Mercato Sant'Antonio e la via Roma giungendo infine al duomo.
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L'adorazione della Compagnia del Santissimo Sacramento
Alle 17:00, dalla Chiesa di San Tommaso muove la Confraternita del Santissimo Sacramento, che percorre un notevole tratto della via Roma.
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L'adorazione del Collegio di S. Maria La Nuova
Alle 18:00 dalla Chiesa della Donna Nuova l'omonima Confraternita si reca in processione al duomo, percorrendo la via Donna Nuova e la via Roma.
Il Lunedì Santo nei secoli scorsi
Nei secoli scorsi vi erano altre istituzioni religiose ad affollare il Duomo in occasione del Lunedì Santo, per l'ora consueta di adorazione; esse erano, nell'ordine: i Reverendi Padri Riformati, la Pia Unione Figlie di Maria, l' Associazione Donne Cattoliche, le Parrocchie di San Giovanni Battista, San Tommaso, San Cataldo e Sant'Agostino, oltre al Capitolo della Collegiata Chiesa Madre e il Collegio di San Pietro, quest'ultimo, risalente al 1581 e sciolto nell'ultimo dopoguerra, comprendente tutti i panettieri e la manodopera della pasta.
Martedì Santo
i confrati salgono la scalinata per entrare al Duomo
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L'adorazione della Confraternita del SS. Crocifisso di Pergusa
Alle ore 11:00 del Martedì Santo, si reca in adorazione al Duomo la confraternita che organizza i riti detti del Signuruzzu du Lacu[4], quando una statua divina viene imbarcata sul lago di Pergusa; si tratta della più giovane confraternita e dell'unica che ha sede fuori dal centro storico, ovvero dalla città alta.
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L'adorazione della Confraternita dello Spirito santo
Alle 16:00, dalla Chiesa di San Bartolomeo giunge in Duomo la Confraternita dello Spirito Santo, attraversando processionalmente piazza San Bartolomeo, via Mercato e via Roma.
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L'adorazione dell'Arciconfraternita delle Anime Sante
Alle 17:00, dalla barocca Chiesa delle Anime Sante che prospetta su piazza Neglia, si muove l'Arciconfraternita delle Anime Sante del Purgatorio che percorre in processione un notevole tratto della via Roma.
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L'adorazione del collegio di San Giuseppe
Alle 19:00, dal Santuario di San Giuseppe parte la processione del collegio omonimo, che attraversa un breve tratto della via Roma per raggiungere il Duomo.
Mercoledì Santo
Il Mercoledì Santo è l'ultimo giorno in cui le confraternite si recano al Duomo per l'ora di adorazione: a conclusione di questo primo momento dei riti pasquali ennesi, nella Chiesa Madre ha luogo la messa in piazza, puntualmente stracolma, e poi l'ostensorio viene portato in processione.
Le ultime confraternite si recano in adorazione al Duomo
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L'adorazione del Collegio di Valverde
Dalla Chiesa della Madonna di Valverde, i confrati percorrono in processione via Valverde, piazza San Giorgio, piazza Sant'Agostino, via Candrilli e via Roma fino al Duomo.
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L'adorazione della Confraternita del Sacro Cuore di Gesù
Alle ore 10:30 dalla Chiesa di Santa Maria del Popolo, percorrendo la via Vittorio Emanuele e la via Roma, la Confraternita del Sacro Cuore di Gesù si reca in Duomo per la propria ora di adorazione.
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L'adorazione della Confratrernita della Madonna Addolorata
A mezzogiorno in punto, dalla Chiesa della Madonna Addolarata muove verso il Duomo in processione, in assoluto la più suggestiva nei primi quattro giorni della Settimana Santa ennese. I confrati dell'Addolorata, numerosissimi e composti, formano un imponente cordone umano, coi camici striscianti ed in testa una schiera di bambini vestiti da angioletti o da giovani monache, che percorrono parte della via Roma.
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L'adorazione della Compagnia di Maria Santissima Immacolata
Alle 12:30 anche l'ultima confraternita raggiunge il Duomo muovendo dalla Chiesa di San Francesco d'Assisi, nel pieno centro della città. La processione attraversa dunque la parte superiore di via Roma e le sue ampie piazze.
pasqua ad ennaLa benedizione e l'uscita in processione del SS. Sacramento
Alle ore 13,00, quando anche l'ultima confraternita ha effettuato la rituale adorazione del SS. Sacramento, viene celebrata in Duomo la Santa Messa di reposizione dell'eucaristia, originale perché cantata, durante lo svolgimento della quale, come da tradizioni, i confrati del Sacro Cuore di Gesù e dell' Addolorata invadono festosamente i ristoranti della zona per rifocillarsi e compensare alle fatiche processionali.
Conclusosi questo rito tutt'altro che sacro, in Duomo avviene la benedizione del SS. Sacramento, l'oggetto dell'adorazione delle 15 confraternite nei giorni precedenti; il SS. Sacramento viene infatti posto in uno dei preziosissimi ostensori custoditi al Museo Alessi di Enna, un vero e proprio capolavoro dell'oreficeria barocca, risalente al 1735.
L'ostensorio, la cui esposizione è da richiamo a molti turisti, è a forma di raggiera ed interamente realizzato in oro, alto 84 cm e largo fino a 39 cm nel diametro della raggiera stessa. Quest'ultima, infatti, è sorretta da un angelo con le ali aperte, ed è riccamente tempestata di preziosissimi smalti e gemme, presenti fra l'altro anche sul fusto e sul piedistallo dell'opera e di colori studiati apposta per rendere un pregevole effetto chiaroscurale. Il valore simbolico di tale ostensorio è anch'esso elevato, giacché il suo fusto è suddiviso in tre sezioni rappresentanti la Fede, la Speranza e la Carità, mentre le miniature di smalto sulla base raffigurano il grano e l'uva, entrambi elementi eucaristici.
La benedizione avviene all'aperto, in piazza Mazzini, sotto il barocco Portale di San Martino e dinanzi a una folla che assiepa l'intera piazza e l'adiacente piazza Duomo. Poi, l' ostensorio d'oro e gemme contenente il SS. Sacramento viene portato in processione per le vie Orfanotrofio, Bagni e la via Roma, un breve ma intensissimo tour nel consueto bagno di folla, rientrando in Duomo dal portale centrale. A questa processione partecipano le confraternite della giornata con le visiere alzate e i vessilli inalberati.
La rappresentazione vivente della Passione
Dal 1981, su iniziativa della parrocchia del SS. Crocifisso di Pergusa e dell'omonima confraternita, ogni Mercoledì santo, in serata, si svolge nella frazione del Villaggio Pergusa la rappresentazione vivente della passione e morte di Gesù. La manifestazione, anch'essa molto seguita dai fedeli e dai turisti, si tiene nella piazza principale del Villaggio. Pergusa dista 10 km da Enna alta e 5 da Enna Bassa, cui è collegata dalla Strada Statale 561 Pergusina, ed è un prestigioso polo turistico-sportivo grazie al suo famoso autodromo e al bellissimo lago collocato all'interno di una riserva.
Giovedì Santo
Giovedì Santo, nonostante funga da spartiacque tra i primi quattro giorni di processioni a ritmo serrato e il grande evento del Venerdì Santo, è comunque di grande interesse, poiché l'intera città si concentra sulla lavanda dei piedi in mattinata, per poi trasformarsi in méta di incessanti pellegrinaggi che cominciano nel primo pomeriggio e si protraggono sino a tarda notte.
Tutte le chiese di Enna allestiscono, infatti, ciascuna il proprio sepolcro, che consiste nell'addobbare in modo l'altare maggiore collocandovi tra l'altro in artistici tabernacoli e urne di varie forme l'Eucarestia in estensione, rappresentante Gesù nel sepolcro, appunto. La tradizione, che attecchisce parzialmente anche nelle giovani generazioni, impone la visita di tre sepolcri, la qual cosa determina l'affollamento di tutte le strade su cui si affacciano le chiese, anche quelle più piccole o spesso tenute chiuse ai fedeli.
Venerdì Santo
da Viale Diaz, Via Libertà e Via Roma.
Venerdì Santo è il giorno clou, il culmine e l'apice dei riti pasquali ad Enna. Stando ai dati resi noti in un'intervista dal presidente del Collegio dei Rettori, sarebbero oltre 20.000 le persone che gremiscono normalmente la città per assistere alla grande processione dei 3.000 confrati. L'evento sacro, che è il più importante di Enna assieme alla festa patronale del 2 luglio, è probabilmente quello di maggiore richiamo turistico dell'intera provincia, fatte salve le competizioni motoristiche ennesi all'Autodromo di Pergusa, e da solo incide significativamente sull'intera stagione turistica e sulla funzionalità delle strutture ricettive.
La Processione dei Misteri di Enna è stata infatti inserita dalla Regione Siciliana tra gli eventi di attrazione a livello internazionale che si tengono sull'isola, e figura inoltre nell'ambito del Registro delle Eredità Immateriali (REI) della Regione a statuto speciale, ed è congruamente finanziata sia dalla Regione quanto da tutti gli enti locali, in particolare dalla Provincia, e gode altresì di prestigiosi patrocini come quello della Comunità Europea. Migliaia di visitatori provenienti dalle province limitrofe si aggiungono puntualmente alla folla di ennesi e a quella dei turisti, rendendo necessari provvedimenti per il mantenimento dell'ordine pubblico e regolari servizi pubblici gratuiti per l'accesso ai luoghi della processione[5].
I riti
Prima dell'uscita in processione del Cristo Morto dal Duomo
I riti sacri vengono avviati dalla Santa Messa che si tiene al Duomo, nota come rito delle tenebre, che consiste nella lettura e meditazione sul Passio Domini, un lungo e dettagliato passo del Vangelo sulla passione di Gesù, suddivisa in sette parti.
Alla celebrazione eucaristica, seguono alcuni riti tradizionali: i canonici, vestiti con cappuccio viola e la veste che tocca terra, e l'ermellino bianco sulle spalle, scalzi, percorrono la navata centrale del Duomo in tutta la sua lunghezza, genuflettendosi tre volte per rievocare le tre cadute di Cristo nella salita al Calvario. Anticamente, per riprodurre lo spaventoso boato delle tre cadute di Gesù venivano accatastate delle pesanti sedie che poi erano fatte cadere provocando una fortissima eco fra le mura della chiesa. Giunti all'altare maggiore, essi adorano il prezioso Crocifisso ligneo tenuto velato sin dal giorno precedente.
La banda rileva le confraternite
Da Montesalvo l'omonima confraternita si appresta a raggiungere il Duomo, nell'altra parte della città, per unirsi alla Processione
Alle 17 una delle bande cittadine si reca presso la Chiesa di San Leonardo per accompagnare in processione la Compagnia della Passione, alla quale, durante il tragitto verso il Duomo, si accoderanno tutte le altre confraternite, men che quelle del SS. Salvatore, dell'Addolorata e di Maria SS. della Visitazione. Il corteo, abbracciato da due ali di folla lungo le vie del centro storico, sosta presso la Chiesetta dell'Addolorata per consentire alle migliaia di confrati di omaggiare la Madonna Addolorata, la cui statua è già stata collocata sulla cosiddetta vara[6]. Finito questo lungo rito, i confrati dell'Addolorata si dispongono a chiusura della processione e portano all'esterno della chiesa il fercolo della Vergine, che viene posto nel portico per essere ammirato da fedeli.
Il fercolo della Madonna Addolorata si avvia al Duomo
La vara della Madonna Addolorata ricorda quello della "Macarena" di Siviglia. La statua di Maria, appare con il capo reclinato a sinistra ed un'espressione d'angoscia e dolore impressa sul volto, con le labbra socchiuse in un gemito di disperazione, e le mani, a differenza di quanto avviene in gran parte delle statue mariane, non sono giunte, ma una, la destra, stringe il seno in corrispondenza del cuore, trafitto dal dolore, mentre la sinistra afferra un fazzoletto. Il collo è cinto da una preziosa collana d'argento contenente una reliquia. Fino agli anni settanta, il resto del corpo era invece ricoperto di ex-voto. La Madonna indossa un ampio manto merlato di velluto nero in segno di lutto, e la vara, sormontata da una cupoletta, è illuminata dalle lampadinette, con fiori bianchi ai piedi della statua.
Terminata l'esposizione del fercolo dell'Addolorata, alle 16,45 esso viene portato a spalla dai confrati lungo via Mercato Sant'Antonio, viuzza secondaria piena di botteghe che in questa occasione trabocca di gente, superata la quale i confrati si immettono in una via Roma stracolma, lungo la quale muovono il fercolo con un ritmo lento e ondulatorio accentuato dalle marce funebri che sottolineano la tragedia della madre di Gesù che piange suo figlio morto.
Il fercolo del Cristo Morto viene portato in Duomo
Contemporaneamente, dalla parte superiore della città i confrati del SS. Salvatore percorrono in processione le vie Salvatore, Portosalvo, Tre Palazzi e Roma per portare al Duomo l'urna del Cristo Morto, che attenderà l'arrivo della Madonna Addolorata all'interno della cattedrale. L'urna monumentale, che alle 17,00 entra in cattedrale, è un pregiato lavoro di ebanisteria, fatta di legno massiccio lavorato, e laminato in oro zecchino, sormontato da una croce e avente quattro angeli con le ali spiegate posti agli angoli e vetri che rendono visibile il corpo di Gesù contenuto all'interno. Adagiato su una coltre di raso, Cristo è rappresentato coronato di spine e reca molte ferite sanguinanti, con barba e capelli incolti e la bocca digrignata, coperto solo da un perizoma bianco.
Prima di questa urna, risalente al 1935, veniva usata una molto più piccola e leggera.
I misteri
Gesù risorto portato in processione
Salendo verso il Duomo, la Confraternita della Passione porta, secondo un ordine ben preciso lungo le due file, i cosiddetti "misteri", ovvero i simboli per fare memoriale della passione di Cristo.
Sul lato sinistro si possono individuare: la lanterna che condusse i soldati ai Getsemani, la spada di cui San Pietro si servì per tagliare l'orecchio di uno dei soldati, un guanto simboleggiante le mani di Ponzio Pilato, la corona di spine poste sul capo di Gesù, i flagelli con i quali venne frustato, il tamburo che scandì l'ascesa al Calvario, il velo con cui la Veronica asciugò il volto insanguinato del Cristo , i chiodi con i quali fu crocifisso, la scritta INRI posta sulla sommità della croce, i dadi che furono usati dai soldati romani per tirare a sorte le vesti da contendersi, la lancia con la quale Gesù fu ferito al costato, e la scala, in miniatura, con la quale fu deposto dalla croce.
Sul lato destro si notano invece: il calice da cui Gesù bevve nell'orto degli ulivi, la borsa con i trenta denari per i quali Giuda tradì il suo maestro, le funi con cui fu legato, il mantello rosso che lo coprì nel pretorio, una colonna di marmo che ricorda il luogo dove Cristo fu frustato, la canna che gli fu messa tra le mani, la bacinella e la brocca con cui Ponzio Pilato si lavò le mani, la croce che fu caricata sulle spalle di Gesù, il martello che servì per conficcare i chiodi, la tenaglia adoperata per toglierli, la spugna imbevuta di aceto che gli fu data per dissetarsi per umiliarlo, e il sudario nel quale fu avvolto prima di essere deposto nel sepolcro. Ma il più curioso fra tutti i Misteri è certamente il gallo, narcotizzato leggermente con del vino, ma ben vivo, ornato con nastri multicolori, che canta due volte come quando San Pietro rinnegò per tre volte di conoscere Gesù.
L'afflusso in Duomo degli incappucciati
I confrati incappucciati sostengono croci e bastoni, oltre al cuore di fiori allestisto da ogni confraternita, salendo al Duomo
Intanto, le confraternite si sono disposte fuori dal Duomo in base ad un preciso ordine delle precedenze, che nel 1941 fu discusso addirittura dal Vaticano per risolvere una controversia. La prima è la Compagnia della Passione che con i "Misteri" apre la processione, preceduta da una banda musicale e dal coro dei cosiddetti 'mbriachi (ubriachi) che cantano i lamintanzi (lamenti), sorta di gemiti di dolore che rievocano la passione di Gesù. Seguono poi, in ordine di fondazione più recente, la Confraternita del SS. Crocifisso di Pergusa, il Collegio di Valverde, la Compagnia del SS. Sacramento, la Confraternita di Maria SS. delle Grazie, il Collegio di S. Giuseppe, la Compagnia del Rosario, la Confraternita di Maria SS. Addolorata, la Confraternita di Maria SS. della Visitazione, la Confraternita del Sacro Cuore, la Confraternita dello Spirito Santo, la Compagnia di Maria SS. Immacolata, l'Arciconfraternita delle Anime Sante del Purgatorio, la Confraternita di Maria SS. la Donna Nuova e infine la Confraternita del SS. Salvatore.
L'Addolorata sale in Duomo e incontra il Cristo Morto
Alle 18,15, il fercolo della Madonna Addolorata viene caricato, sempre a spalla dai confrati, sulla grande scalinata del Duomo, e viene posizionato all'interno della cattedrale dove l'attendeva l'urna del Cristo Morto. Seguendo l'ordine sopra descritto, poi, tutti i confrati entrano in Duomo salendo la gradinata centrale e defluiscono, con forte effetto scenico, all'interno della chiesa: attraversando la navata centrale, essi rendono omaggio al Cristo Morto e poi escono dal portale secondario, sistemandosi così in piazza Mazzini pronti per l'imnizio della Processione vera e propria.
La Processione dal Duomo al Cimitero
L'urna sfavillante del Cristo Morto si accoda alla processione degli incappucciati lungo via Roma
Il fercolo dell'Addolorata segue in processione l'urna di Cristo in una via Roma a luci spente
I confrati procedono silenti e solenni in Processione
Dopo che tutti i confrati hanno attraversato la navata centrale del Duomo per rendere omaggio all'urna del Cristo Morto, e sono usciti dal portale laterale di San Martino, intorno alle 19,00 i fercoli di Gesù prima e dell'Addolorata appresso vengono usciti in processione, preceduti dalla banda e dalla cosiddetta Spina. Si tratta di una preziosa Croce reliquiario in argento del XVI secolo, al cui centro, incastonata in una casella di vetro, si trova una delle spine della corona di Cristo assieme ad un pezzo della sua croce. La croce è innestata in un candeliere decorato allo stesso modo, ovvero con motivi a ramoscelli e fiori dorati, mentre la sua base presenta cesellate delle arpie con possenti ali e grandi artigli. La Spina viene condotta in processione dal 1733, quando cioè la principessa di S. Caterina donò la croce al Tesoro del Duomo con la precisa volontà che fosse portata in processione il Venerdì Santo.
Un boato di applausi accoglie l'uscita dal portale centrale del Duomo della Spina, del Cristo Morto subito condotto in processione lungo Via Roma e dell'Addolorata portata dai confrati: il fercolo della Madonna discende lentamente la scalinata della cattedrale, sulle note di alcune marce funebri composte apposta per l'occasione nell'Ottocento, e viene quindi posto al centro di una piazza Duomo stracolma al pari dell'attigua piazza Mazzini - affollata dai 3.000 confrati - per ricevere l'adorazione e le preghiere di una folla silente. Per alcuni minuti il fercolo della Vergine in lutto per la morte del Figlio viene trattenuta in piazza e poi esso viene prelevato a spalla dai confrati più forzuti e anch'esso segue la processione già avviata. Si tratta, probabilmente, della processione più lunga di Sicilia, poiché si snoda per oltre 2 km e vede l'intero centro storico cittadino riempirsi di una calca di migliaia di persone, ordinatamente disposte ai lati della via Roma come in un abbraccio che le due ali di folla stringono ai quasi 3.000 confrati che sfilano per ore con la visiera abbassata attraversando Enna alta da un capo all'altro.
L'Addolorata, ondeggiando sulle mani dei confrati come ad accompagnare le note delle marce funebri intonate dalle bande, discende la Via Roma preceduta dal lunghissimo e policromatico corteo cui prendono parte massivamente tutte e 15 le confraternite cittadine con 3.000 confrati incappucciati. La suggestione della Processione dei Misteri è data dalla rievocazione di eventi a tutti noti che suscitano la pietà popolare dei fedeli. Tace il caotico traffico ennese, tace il frenetico shopping, si spengono le vetrine dei negozi, delle banche, degli uffici, per lasciare che migliaia di torce collocate in imponenti cordoni luminosi gettino luce quando il sole comincia a calare, senza perciò turbare un'atmosfera di mestizia.
La processione scorre lenta per il corso di via Roma, attraversando tutte le piazze protagoniste della vita cittadina, da piazza Napoleone Colajanni alle piazze Umberto I e IV Novembre, fino ad arrivare alla centralissima Piazza Vittorio Emanuele II, meglio nota come Piazza San Francesco, dove le troupes televisive effettuano delle riprese aeree dell'intera processione. Nelle piazze sono regolarmente accalcate migliaia di persone, ed il Belvedere cittadino è anch'esso strapieno, nonostante la processione non lo attraversi.
La processione raggiunge a questo punto piazza Matteotti, l'incrocio cittadino più pesantemente trafficato e abitualmente rumoroso e movimentato: ma all'arrivo dei confrati, che procedono lentamente , la vita frenetica si ferma improvvisamente (l'intero centro storico viene trasformato in una grande isola pedonale sin dal pomeriggio) per cedere il passo all'evento religioso.
Essa si snoda dunque per tutta via Roma, per sopraggiungere poi in via Libertà ed arrivare quindi in un anomalo quadrivio del Monte, dove si accalcano soprattutto i fedeli ad attendere l'arrivo della processione. Percorso per tutta la sua lunghezza il viale Diaz, il solenne corteo raggiunge finalmente il vastissimo spiazzale antistante il Cimitero intorno alle 20,45.
Il clero ha naturalmente seguito la processione: un baldacchino ospita il Vescovo, seguito dai monsignori e dai parroci. Tutti e due i vescovi della provincia di Enna - quello della Diocesi di Piazza Armerina e quello di Nicosia assistono alla processione nel capoluogo.
Dalla benedizione al Cimitero al ritorno in Duomo
Il Cristo Morto in un bagno di folla nel piazzale antistante il Cimitero, dove avviene la solenne benedizione
Una sosta strategica ha luogo dunque nell'enorme spiazzale antistante il Cimitero storico di Enna. Le confraternite defluiscono verso gli spazi loro appositamente riservati, mentre il resto della piazza è occupato dai fedeli in coda. Da un palco allestito in un angolo da cui l'intera piazza è ben visibile, viene impartita la solenne benedizione, dopodiché la Spina ed i fercoli del Cristo Morto e della Madonna Addolorata entrano nella Chiesa annessa all'ex Convento dei Benedettini mentre i tremila confrati ripartono a volto scoperto, come si usa sin da quando, nel 1860, la polizia borbonica fu ingannata dai patrioti che si camuffarono da confrati.
La processione è solitamente anticipata da una fiumana di folla che si riversa sull'antica e stretta via del Popolo, unicamente illuminata dalle flebili torce, per precedere i confrati ed attenderli al loro arrivo in centro, dove si accalcano anche i turisti ed i visitatori. I tremila incappucciati, infatti, intasano da soli la viuzza e la presenza di molti fedeli ai lati sarebbe impossibile.
Intanto, i confrati della Donna Nuova si accodano alle altre 14 confraternite accompagnando i fercoli e la Santa Spina nella discesa che li condurrà nuovamente verso piazza Matteotti e via Roma. La risalita, colpisce per il fatto che le visiere di tutti i confrati sono alzate, ed i loro volti, che in tutte le processioni svoltesi durante la Settimana Santa erano rimasti rigorosamente coperti, sono ora visibili ai fedeli.
Dopo l'arrivo al Duomo, con confrati, fedeli e musicisti stremati per l'ultima dolce salita, i fercoli ritorneranno alle loro rispettive chiese di provenienza in processione - prima il Cristo, poi la Madonna - ed il rito avrà termine.
Lungo il corso della processione si vanno inserendo progressivamente tutte le 15 confraternite, e la massa dei 3000 confrati incappucciati rende Enna il vertice isolano dei riti pasquali. Il fercolo dell'Addolorata (dalla cui chiesa escono, a un certo punto del tragitto, quasi tutte le confraternite) viene portato in processione fino al Duomo. I confrati reggono fercoli dorati e baldacchini che accolgono la Croce reliquiario e la statua della Madonna Addolorata. Infine, la processione fa rientro al Duomo.
Domenica di Pasqua
La Domenica di Pasqua si concludono in grande stile le celebrazioni della Settimana Santa: la festa della Resurrezione ha luogo in piazza Duomo, nel pomeriggio alle 18,00, si svolge la Processione della Pace (Paci in dialetto), durante la quale la Madonna e il Cristo Risorto vengono portati dai confrati in processione, rispettivamente da quelli di San Giuseppe e del SS. Salvatore, per convergere ai piedi della Cattedrale. Quando il Cristo Risorto appare all'ombra della mole del Duomo, il velo nero che sino ad allora ha ricoperto l'Addolorata cade, i due fercoli corrono l'uno verso l'altro al suono delle campane che vengono finalmente sciolte, quindi i fercoli vegono portati dentro alla Chiesa Madre dove rimarranno per una settimana.
La commovente cerimonia della Paci è così chiamata giacché, fino al XVI secolo, era questa l'unica occasione in cui gli abitanti veri e propri della città ed i contadini che vi erano stati ghettizzati nel versante occidentale, detto Monte, deportati questi ultimi dai feudi sottostanti, potevano incontrarsi. Infatti, per tutto l'anno un muro, posto dove oggi c'è piazza Matteotti nota appunto come piazza Balata, divideva i cittadini ennesi dai contadini, che celebravano i riti della Settimana Santa separatamente, ma potevano solo a Pasqua e per la settimana successiva accedere in città.
Dopo la Pasqua
Festa della Donna Nuova
Il sabato successivo alla Pasqua si tiene la Festa della Donna Nuova, organizzata dal Collegio di Santa Maria La Nuova l'uscita in processione - alle ore 19,00 - del simulacro della Donna Nuova, ovvero della Madonna a fine lutto, portato da 60 confrati del collegio dall'omonima chiesa fino al Duomo per l'incontro con il simulacro di Gesù Risorto. Il rientro di Santa Maria La Nuova alla propria chiesa d'origine avviene in tarda serata.
Tali festeggiamenti, che originariamente si svolgevano la domenica e non il sabato dopo Pasqua, sono parte integrante dei riti della Settimana Santa ennese da molti secoli, certamente dal Quattrocento, e nel corso del tempo hanno ricevuto numerosi privilegi concessi dalle massime autorità del Regno: dalla possibilità di rinviare la festa fino a 15 giorni dopo la Pasqua in caso di maltempo, all'acquisto, nel Seicento, di nuove e più belle statue.
La Spartenza
L'indomani, Domenica in Albis, si tiene la caratteristica cerimonia della Spartenza (Separazione)[7]: i due simulacri, di Cristo e di sua Madre, tornano ciascuno nella propria chiesa.
Il termine spartenza deriva proprio dal fatto che, nel Basso Medioevo, la settimana di tregua, iniziata con la Pasqua, tra i cittadini ennesi ed i contadini che vi erano ghettizzati, volgeva al termine, e tutti i fedeli si separavano.
ENNA:settimana santa
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