Su alcuni organi di stampa, abbiamo appreso, che il Comune di Pachino impugnerà il decreto regionale sull’istituzione della Riserva Naturale Orientata dei Pantani della Sicilia Sud Orientale, ricorrendo al Tribunale Amministrativo Regionale. La presa di posizione del Consorzio IGP, ci appare francamente debole e pretestuosa, ritenendo quella delle associazioni venatorie, comprensibile ma inaccettabile, dal nostro punto di vista. La presa di posizione di esponenti politici regionali, che parlano di “un progetto selvaggio della politica, calato dall’alto all’insaputa del nostro territorio”, invece, meriterebbe una analisi più approfondita, specialmente se riferita da chi a Palermo è maggioranza di governo.
Per quanto ci riguarda, coloro che intendono difendere tardivamente interessi particolari, dovrebbero mettere nell’agenda delle priorità della politica, dell’amministrazione pubblica e dell’economia, il degrado ambientale paurosamente sottovalutato anche da coloro (Consorzio IGP in testa) che dovrebbero contrastarlo con ogni mezzo, pena il rischio, quello si, reale, della fine dell’agricoltura locale. Paventare lo “smantellamento di tutte le realtà agricole pachinesi operanti nei paraggi dei pantani”, a fronte di una potenziale valorizzazione di aree, che semmai qualificherebbero, proprio il tanto celebrato pomodoro di Pachino, minacciato ogni giorno dalla globalizzazione dei mercati, dalla crisi economica e anche da strategie di mercato non sempre efficaci, ci pare del tutto profondamente ingiusto.
Oltretutto, ci tocca sentire ancora che “l’Amministrazione comunale tutta, ha il massimo rispetto per l’ambiente ed è sensibile alle tematiche ecologiste, ritenendo che la salvaguardia dell’ambiente sia una delle principali priorità per una vita migliore di tutti i cittadini”.
Qui siamo veramente alla mancanza totale di aderenza alla realtà di un territorio devastato dalle discariche abusive di ogni genere di rifiuti, abbandonato all’incuria e all’inciviltà di tanti cittadini e dove, la tendenza ad attenuare il rigore delle leggi o a tollerarne l’inosservanza, sta producendo guasti in ogni settore della vita civile, sociale ed economica di Pachino e dintorni.
Riteniamo che l’annuncio di incontri tra l’Amministrazione comunale, imprenditori agricoli e associazioni venatorie, senza la contestuale presenza delle associazioni ambientaliste e animaliste riconosciute, che in questi anni si sono battute per l’istituzione della Riserva Naturale Orientata dei Pantani della Sicilia Sud Orientale, abbia solo i connotati della difesa di interessi particolari, clientelari e di rendita elettorale, tutte interne alle solite dinamiche pseudo-politiche pachinesi, che ci fanno vergognare.
Come si può tollerare che il Primo Cittadino di Pachino, possa aprire tavoli di concertazione, con i rappresentanti di attività produttive private e associazioni amatoriali, senza aver sentito il dovere, politico – istituzionale, di confrontarsi con le amministrazioni locali di Noto e Ispica, che hanno sempre manifestato il loro parere favorevole all’istituzione della Riserva? laddove sembrano emergere evidenti carenze di preparazione giuridica e amministrativa, bagaglio indispensabile per chi ha responsabilità di governo della Pubblica Amministrazione.
Premesso che ancora aspettiamo, la pubblicazione del decreto in parola, sulla Gazzetta Ufficiale, il Circolo Legambiente Pachino ritiene che l’istituzione della Riserva, che giova ricordare, giunge con un ritardo di vent’ anni, è la vittoria delle associazioni animaliste e ambientaliste, ma soprattutto una grandissima vittoria per gli straordinari uccelli selvatici che risiedono o svernano, in questi particolari ambienti umidi costieri.
Ferma restando l’osservanza dei divieti previsti dalla normativa vigente, in materia di tutela dei beni culturali ed ambientali e del paesaggio, di tutela del suolo, delle acque e dell’aria da ogni genere di inquinamento, secondo quanto stabilito dal decreto regionale, sarà vietata la demolizione e ricostruzione degli immobili esistenti, fatta eccezione per i casi di comprovata precarietà, impiantare nuove serre, esercitare qualsiasi attività industriale, realizzare discariche di rifiuti, aprire cave e miniere ed esercitare attività estrattive, scaricare terra o qualsiasi altro materiale solido o liquido, prelevare sabbia, terra o altri materiali, abbandonare rifiuti, praticare il campeggio o il bivacco ad di fuori delle aree attrezzate, esercitare la caccia e apportare qualsiasi forma di disturbo alla fauna selvatica, distruggere, danneggiare o asportare vegetali di ogni specie, mentre la raccolta di vegetali commestibili spontanei sarà regolamentata dall’ente gestore.
In tutto il territorio dell’area protetta può essere svolta attività di ricerca scientifica da parte di soggetti qualificati autorizzati.
E’ incentivato il mantenimento di colture tradizionali, l’utilizzo di tecniche biologiche nonché la conversione in tecniche biologiche delle tecniche agricole e colturali praticate.
Ragion per cui, riteniamo che è necessaria una attenta rilettura del decreto regionale, troppo sospettosamente avversato dagli amici del Consorzio Igp, fermo restando che il tentativo di risolvere siffatte controversie, tra enti pubblici, ricorrendo addirittura al Tar, sia un inopportuno gesto di generosità, nei confronti di terzi, che non rappresentano interessi diffusi.
Salvatore Maino – Presidente Circolo Legambiente Pachino
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