Castello-di-Carini | SiciliaSud
Il castello di Carini Fu eretto ad opera del primo feudatario normanno Rodolfo Bonellosu una precedente costruzione araba. Dal punto di vista artistico-architettonico le mura medievali risalgono all'XI e XII secolo. Elementi arabo/normanni sono riscontrabili nella seconda porta del Castello,dove l'arcata a sesto acuto ne prolunga lo slancio. In alto vi è lo scudo della famiglia Abbate. I portali sono sormontati da scudi che rappresentano una gru simbolo della famiglia La Grua; altri mostrano tre zolle di terra,probabilmente simbolo dei Chiaramonte. In quello delpiano superiore si trova lo stemma di due leoni rampanti simbolo dei Lanza. Il Castello divenne famoso quale teatro di una tragica vicenda: il 4 dicembre 1563 donna Laura Lanza di Trabia baronessa di Carini, moglie di don Vincenzo La Grua - Talamanca, venne uccisa dal padre per motivi di onore insieme al presunto amante Ludovico Vernagallo. Gli atti di morte dei due si trovano trascritti presso l'archivio storico della Chiesa Madre di Carini. Il "Caso della Signora di Carini" non fu subito di dominio pubblico, la potenza delle famiglie coinvolte mise subito a tacere i diaristi del tempo, che si limitarono a riportare solo la data e la notizia della morte della Signora di Carini. Don Cesare Lanza di Trabia sarà assolto in virtù della legge vigente e l'anno successivo insignito del titolo di Conte di Mussomeli. Della vicenda si occupò nella metà del 1800 lo studioso Salvatore Salomone Marino che riescì a ricostruire, grazie a quanto appreso dal popolo attraverso vari "cunti" tramandati nei secoli dai cantastorie, la storia di Laura e del suo amato Ludovico. Una leggenda narra che in occasione dell'anniversario del delitto comparirebbe, su un muro della stanza dove venne uccisa Laura, l'impronta della mano insanguinata lasciata dalla baronessa uccisa.
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