giovedì 7 maggio 2009

Vendicari

Vendicari | sicilia turismo
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Virtual tour Vendicari

L’OASI DI VENDICARI La Sicilia sud-orientale ospita un esteso sistema di zone umide, tra cui la riserva di Vendicari, che ha conservato la sua valenza ecologica, rappresentando un’area tra le più significative d’Italia nel suo genereIstituita dalla fine degli anni Ottanta, la Riserva Naturale Orientata Oasi faunistica di Vendìcari, è affidata in gestione all’Azienda Foreste della Regione Siciliana. Una rete di sentieri che, diramandosi per tutta la Riserva, consentono di osservare gli ambienti più significativi, eventualmente con l’aiuto di guide naturalistiche messe a disposizione gratuitamente dall’Ente gestore. La finalità istituzionale della Riserva è di consentire la sosta e la nidificazione della fauna, e la tutela della vegetazione, dove coesistono numerosi ambienti diversi che fanno di Vendìcari un vero e proprio laboratorio naturalistico: costa rocciosa, costa sabbiosa, macchia mediterranea, pantani (salmastri e d’acqua dolce), saline, garighe e aree coltivate. LA FLORA Vendicari, in quanto “zona umida costiera”, è ricca di acque, tuttavia sminuite ecologicamente dal loro alto tasso di salinità. Pertanto vi possono sopravvivere solo piante e animali capaci di adattarsi a questa caratteristica. Un’altra difficoltà è rappresentata dal substrato roccioso o sabbioso su cui si insediano le piante: poiché tutta la fascia costiera di Vendìcari presenta un’alternanza di tratti rocciosi e tratti sabbiosi, la vegetazione è parimenti suddivisa tra: - associazioni di piante che amano la roccia(Finocchio di mare, la cicoria spinosa, il limonium, il timo, la palma nana, la mandragola, il giaggiolo bulboso, l’orchidea, il lentisco, l’oleastro, il mirto); - associazioni di piante che prediligono la sabbia (graminacee rizomatose che consolidano le dune, e poi la macchia di ginepro, il rosmarino, l’ephedra, la clematide.) In prossimità dei pantani si trovano vaste praterie di salicornia, l’iris, il giunco, il limonium serotinum, il loto edule ecc. All’interno della riserva esistono anche alcune piante esotiche come l’agave, l’acacia e l’eucalipto, introdotte dall’uomo per motivi agricoli o ornamentali, che andranno estirpate oppure lasciate in loco demandando alla natura il compito di auto-epurarsi nel

tempo. Virtual Tour torre saracena

LA FAUNA I pantani di Vendìcari sono luogo di sosta per gli uccelli acquatici migratori, oltre 200 specie che si alternano nell’anno. In autunno sono presenti grossi trampolieri come l’airone, la garzetta, la cicogna e il fenicottero. Nelle acque basse sono presenti ininterrottamente gruppi di piccoli trampolieri. Nel periodo invernale, innalzandosi il livello dell’acqua, arrivano più o meno numerosi le anatre, le folaghe, i germani, i gabbiani. La migrazione primaverile dall’Africa verso l’Europa è maggiormente condizionata dal livello dell’acqua e dalle condizioni atmosferiche, ed è comunque breve ed affrettata perché gli uccelli sono diretti alle aree di riproduzione. Fra i pochi uccelli che nidificano a Vendìcari si osserva il Cavaliere d’Italia, e numerosi diversi tipi di gabbiani tra cui il raro gabbiano corso. Sono anche ben rappresentate specie diverse di pesci, anfibi (tra cui il rospo verde), rettili (il biacco, detto anche Milord per l’elegante livrea nera, e il colubro leopardiano, il più bel serpente europeo) e mammiferi. Sono presenti piccole popolazioni di tartaruga palustre, mentre tra i mammiferi sono numerosi il coniglio selvatico e la volpe, come pure la donnola. Sono presenti anche specie notturne come il riccio e l’istrice, i pipistrelli. Il 92% delle specie animali è rappresentato dai numerosi invertebrati quali i crostacei, gli aracnidi, i miriapodi e insetti diversi ecc. Si possono ammirare la torre sveva e l’antica tonnara. Particolarmente bella è la spiaggia di Calamosche, raggiungibile con un’agevole passeggiata dal punto di ristoro: spiaggia ampia e profonda, e mare dalle infinite tonalità dal verde-acqua allo smeraldo al blu intenso. Sebbene l’area paludosa di Vendìcari fosse in passato malsana per effetto della malaria, tuttavia è sempre stata abitata e conserva quindi tracce di insediamenti fin dalla preistoria in poi, come dimostrano le grotte di Calafarina e Corruggi, a Pachino. In epoca basso-medioevale - dopo che Noto ebbe ottenuto il diritto di esportare grano - Vendìcari divenne un porto importante con il suo caricatore. La torre, fatta edificare da Federico II di Svevia nel XIII secolo, servì da difesa del caricatore e fu fortificata e armata nel corso del 1500 da Giovanni De Vega. E’ una struttura massiccia a base quadrangolare e protesse la costa dalle incursioni saracene, rimanendo attiva sino alla fine del Settecento anche per effetto dell’adiacente tonnara, dominata dall’alta ciminiera, operante sino al 1944 e, durante il 2005, in corso di restauro. I testi sono tratti dall’opuscolo realizzato dall’ Azienda Regionale Foreste Demaniali - Ufficio Provinciale di Siracusa - con la collaborazione dell’Ente Fauna Siciliana e della LIPU, che curano anche il servizio guide naturalistiche della Riserva per incarico dello stesso Ispettorato Forestale.








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